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Forse sono esistite da sempre.
Le portavano gli uomini delle caverne quando si dedicavano ai loro strani riti magici.
Ci sono due tipi di maschere: quelle facciali che nascondono il volto e quelle a elmo che nascondono completamente la testa. C’e’ stato un momento in cui la maschera la portavano tutti.
La maschera nel 1800 la si usava nei balli e nei festeggiamenti di carnevale.
Cinquecento anni fa gli attori della commedia dell’ arte crearono le maschere personaggio, dal servo sciocco e dall’ intrigante nacquero maschere come Arlecchino e Brighella. |
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Originario di Bergamo, da molti secoli una delle maschere preferite.
Arlecchino è il simbolo del Carnevale.
Furbo ma anche ingenuo,sembra soccombere di fronte alla prepotenza dei suoi padroni, ma alla fine riesce sempre ad avere la meglio e a raggirare L'avversario.
Essendo povero, la sua maschera è tutta colorata perchè fatta con ritagli di stoffa presi qua e là. |
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Originario di Napoli, insieme ad Arlecchino è la più famosa delle maschere.
E' un personaggio allegro, ma qualche volta anche triste.
Poca voglia di lavorare e molta di divertirsi, è occupato a cercare sempre soluzioni per raggiungere questo suo obiettivo.
Come molti altri, è un servo in tutte le commedie. |
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Come Pantalone è un personaggio fondamentalmente serio, ma più facilmente di lui si allontana dalla serietà per assumere un aspetto ridicolo che viene ridicolizzato dai servi furbi.
E' un Dottore. |
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La più famosa fra le servette.
Ha origine a Venezia.
A volte viene rappresentata anche come figlia di Pantalone, a volte come moglie di Arlecchino è sempre un personaggio di contorno nella Commedia dell'Arte ma importantissima perchè saggia e maliziosa allo stesso tempo. |
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Molto serio, figura del commerciante veneziano attaccato al denaro, brontolone, viene sbeffeggiato, proprio per la sua serietà, da Arlecchino, Brighella e soci. |
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La maschera torinese.
Non è molto vecchia come maschera, nasce nell'800 e fu subito adottato dai piemontesi che vedevano riflesso in lui il loro spirito arguto, il desiderio di libertà accompagnato a tanto buon senso. |
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Origine veronese.
Servo balbuziente, su questa caratteristica costruisce tutta la sua comicità. per esempio può accadere che, parlando di Pantalone, dica co-co-co in modo tale che non si capisca se questo è cornuto o contento.
Il pubblico ride e sghignazza. |
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Tipica maschera fiorentina. Uomo intelligente e scaltro, ama i giochi di parole ed è noto anche per la sua grande umanità che fa sì che Stenterello accetti con grande filosofia tutte le cose che le sue avventure gli mettono di fronte.
Umorista schietto, spesso diventa acido coi potenti. |
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Nella Commedia dell'Arte (alla quale appartengono tutte le maschere) Brighella fa la parte del servo furbo.
Più furbo di Arlecchino che, pur cavandosela sempre, è un ingenuo, Brighella è un vero maestro d'intrighi organizzati allo scopo di farsi beffe di Pantalone o per agevolare l'amore contrastato di tante giovani coppie. |
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Il costume simbolo del Carnevale veneziano
è la bauta, costituita da una maschera,
la larva, di colore prima nero poi bianco,
fatta di gesso, cartapesta o cuoio.
Un mantello, detto tabarro,
una cappa di merletto;
un cappuccio di seta nera
e il tricorno, cappello a tre punte.
Poteva essere indossata nel quotidiano
per garantire l'anonimato. |
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